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Recensione di Appunti su un'esecuzione, di Danya Kukafka

  • nicebookspics
  • 21 giu 2023
  • Tempo di lettura: 3 min

Copertina Appunti su un'esecuzione di Danya kaukafka

Buongiorno belli!

Oggi vi parlo di un recente invio da parte di Bompiani, ossia Appunti su un'esecuzione, di Danya Kukafka.


Innanzitutto vediamo la trama:


Ansel Packer è nel braccio della morte: ha davanti a sé dodici ore prima di essere giustiziato. Ha ucciso tre ragazze e non c’è possibilità di grazia. Solo una speranza: la complicità di Shawna, guardia carceraria avvinta dal suo fascino equivoco e disposta a farlo fuggire. Mentre il conto alla rovescia incombe, la voce seducente e ossessiva di Ansel si alterna a quelle delle donne più importanti della sua vita: Lavender, la madre, schiacciata da una relazione violenta che ha abbandonato senza pensare alle conseguenze; Saffy, la detective della Omicidi che con intuito e pazienza ha riconosciuto l’assassino, l’ha braccato, l’ha catturato; e Hazel, che ha visto la gemella consumarsi in una passione malata. Sorretto da un ritmo tesissimo, animato da personaggi densi di luce, questo romanzo è anche un’indagine sul tetro, ambiguo mito del serial killer.


Ora vediamo la mia recensione:


Nessuno è solo cattivo. Nessuno è solo buono. Viviamo, tutti uguali, nel torbido grigiore che sta in mezzo.

Partiamo col dire che l'ho adorato. Abbiamo non solo diversi POV, ma cambia anche il registro narrativo. Le parti narrate dal punto di vista di Ansel Packer infatti sono in seconda persona singolare, che viene utilizzata pochissimo nei libri. Qui c'è, e funziona;

intanto per far capire benissimo quando parla lui, e quando invece vengono narrati gli avvenimenti che hanno condotto al momento dell'esecuzione. In secondo luogo, funziona perchè fa immedesimare il lettore nell'ansia e la speranza che pervadono i pensieri di un condannato a morte nei momenti che precedono l'esecuzione.

Le altre parti sono narrate da un narratore onnisciente in terza persona. Non ci sono mai scene troppo forti, a parte un TRIGGER WARNING sulla violenza sugli animali. Non è troppo dettagliata, ma ci sono animali morti.


Badate bene, in questo libro non si giustifica assolutamente il serial killer, le sue azioni non sono mai neanche lontanamente giustificate, nè dall'infanzia che ha avuto Ansel, nè dalle perizie psichiatriche. L'unica cosa che in questo libro viene condannata è la modalità della pena. Si coglie infatti distintamente la critica dell'autrice alla pena di morte, che non è un mezzo giusto per dispensare giustizia.

Ci si interroga anche su quanto la natura violenta di una persona dipenda appunto dalla sua "natura" e quanto invece possa dipendere dalla sua educazione e formazione.


Non esistono il bene e il male. Abbiamo invece, il ricordo e la scelta, e viviamo tutti in diversi punti della scala tra l'uno e l'altra. Siamo creati da ciò che ci è successo, in combinazione con chi decidiamo di essere.

Tutto il libro fa sempre riflettere sulla violenza sulle donne che sia essa violenza fisica, verbale o psicologica. Anche la stessa definizione e "idolatria" del serial killer annulla completamente le vittime, in favore di una narrazione da parte dei media e della gente che rende le donne uccise quelle "Ragazze", senza nome, sogni e speranze. Le vittime diventano un magma indistinto di Ragazze uccise da Ansel Packer, a cui si presta molta più attenzione mediatica, al punto quasi di glorificarlo, e le vittime sono ridotte a rumore bianco sullo sfondo. Ricordiamo benissimo i nomi dei serial killer, ma quasi mai quelli delle vittime.


Credo che questo aspetto di fascinazione per i serial killer sia un cosa tipicamente americana, anche se tutti siamo in qualche modo attratti dal macabro. E' il motivo per cui rallentiamo quando vediamo un incidente, qui si cerca di spiegare anche questa meccanica che si aziona nel nostro cervello.


Sapeva da quand'era piccola che tutti avevano in sé un'oscurità; solo che alcuni la controllavano meglio di altri. Pochissimi ritenevano di essere cattivi, e questa era la parte più spaventosa. La natura umana poteva essere orrenda, ma persisteva nel suo agire funesto perchè si ostinava a ritenersi buona.

Leggere questo libro è un pochino come guardare un video di Elisa True crime, ci vengono presentati i fatti, e sappiamo già come andrà finire il libro, ma si legge comunque con estremo piacere, grazie anche a una prosa e a un tono estremamente pacati e fluidi.


Non posso che consigliarvi questa lettura, che mette sul piatto molti temi su cui riflettere, e a cui penserete anche molto tempo dopo aver chiuso il libro.


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