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Recensione Carne da macello di Juno Dawson

  • nicebookspics
  • 21 feb 2023
  • Tempo di lettura: 3 min


Buongiorno belli!

Oggi parliamo di una recentissima uscita, a mio parere molto interessante!

Ringrazio moltissimo la CE, Mondadori, per l‘ invio e le mie compagne di review party, in particolar modo @libreriadibeatrice <3


Qui di seguito vi lascio la trama:


Jana Novak è una sedicenne alta e allampanata, da sempre a disagio con il suo aspetto androgino. Un giorno, però, mentre è in un parco divertimenti insieme ai suoi amici, viene notata da un talent scout che le propone di iniziare a lavorare come modella per una prestigiosa agenzia di Londra. Da quel momento, la vita di Jana subisce un brusco cambiamento: dalla periferia londinese dove vive con la famiglia entra a far parte di un mondo sfavillante e attrattivo che sembra prometterle un futuro straordinario fatto di ricchezza, viaggi, feste, incontri con creativi e celebrità. Ben presto, però, Jana comprende che dietro alla spessa e frastornante patina glam della fashion industry si nascondono un lato sudicio e orde di insospettabili predatori pronti ad azzannare a ogni passo le loro giovani prede. E che la fiaba di cui pensava di essere protagonista si sta rapidamente trasformando in un vero e proprio incubo.

Con Carne da macello, Juno Dawson ci accompagna nel ventre oscuro dell’industria della moda nell’era del #MeToo, e lo fa con una scrittura potente che non teme di essere cruda e spietatamente onesta. Un romanzo, questo, che non potrà lasciare indifferenti.


Passiamo ora alla mia recensione:


Conosciamo tutti l’ industria della moda e sappiamo cosa c’è dietro, modelle anoressiche, sfruttamento del lavoro, marketing spietato, in alcuni casi anche abusi ecc.


In questo libro Juno Dawson non ci dice nulla di nuovo, è vero. Ma riesce comunque a far riflettere su tante cose, e lo fa in maniera interessante.

Tolto un inizio un po’ sottotono, che parte molto come un diario di una liceale, il resto del libro è un magnete che vi terrà incollati alle pagine.


La scrittura è scorrevole e arriva dritta al punto, facilitando la lettura anche a chi del mondo della moda non sa nulla.


La seconda parte del romanzo è quella a mio parere più interessante, si inizia a vedere il mondo patinato della moda per quello che veramente è, e si presenta anche una situazione di violenza fisica che potrebbe turbare alcuni. La protagonista non riflette mai a fondo su come sia effettivamente la situazione nell’ ambiente lavorativo in cui si trova, lascia al lettore il compito di fare le proprie considerazioni.


Ci sono alcune imprecisioni su come sia davvero il mondo della moda (es. non è vero che gli stilisti regalano tonnellate di vestiti alle modelle), ma aiutano forse a far capire meglio al lettore il fascino di quel mondo, perchè come ci insegna Miranda Priestly:

Oh, non essere ridicola Andrea!
Tutti vogliono questa vita, tutti vogliono essere noi.

Se non capite la citazione, andate SUBITO a riguardare ”Il diavolo veste Prada”!


E’ innegabile che la moda sia qualcosa che attrae moltissimi di noi, ci viene presentata come qualcosa di iconico, glamour, uno status. Ed è così, ma a che prezzo?

Juno Dawson cerca di farci capire come le modelle (e i modelli ovviamente) siano effettivamente visti come “carne da macello”, merce facilmente deperibile e sostituibile, di nessun valore. Il libro in questo forse non colpisce tanto duro, ma vi assicuro che sarà uno di quei romanzi che vi lasceranno con qualcosa a cui pensare, o per lo meno, a cui prestare più attenzione.


Viene anche affrontato il discorso sull’ alimentazione e sulle taglie, le agenzie vogliono modelle sempre più magre, e viene a crearsi un circolo vizioso di aspettative inarrivabili, che inevitabilmente condizionano anche la società. Anche io sogno di essere una taglia 38 alta e vestita da capo a piedi di haute couture, ma mi rendo conto che sia un obiettivo inarrivabile e francamente ridicolo. Rimane il fatto che la moda condiziona negativamente la mentalità collettiva e non aiuta le persone a sentirsi a proprio agio col loro corpo, e su questo punto il libro francamente si perde un po’. Avrebbe potuto lanciare delle potenti stilettate e invece tende a “sorvolare”.


Avrei preferito anche un approfondimento su come funziona nella pratica il mondo della moda, ma non era l’ obiettivo del libro.


In conclusione, il romanzo pecca un po’ di ingenuità, ma compensa con ottimi spunti di riflessione, infiorettati in un’ atmosfera luccicante fatta di grandi firme e sfilate.

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